domenica 28 ottobre 2007

Delegati in blue jeans

Quanti post dovrei fare per raccontarvi tutto quello che è successo in questi miei giorni di trasferta milanese! Molto si è detto e visto in televisione, la sala ampia e luminosa, il podio, le luci e gli schermi, i bei discorsi e gli applausi sinceri.
Quelli di voi che hanno la mia età, ma spero anche gli altri, ricorderanno un simpatico telefilm americano dal titolo Genitori in blue jeans. Ho dovuto aspettare di crescere perchè mi venisse in mente di interrogarmi sulla natura di questo titolo e quindi capire che il riferimento al capo di vestiario più che letterale era metaforico, e che il portare i blue jeans stava ad indicare il modo scanzonato e originale di vivere la famiglia dei protagonisti, che affrontavano la vita senza troppi tabù anche accettando soluzioni nuove e un po' improbabili (tipo il prendersi in casa un giovane leonardo di caprio altrimenti in mezzo ad una strada).
In questi due giorni di trasferta milanese mi sono sentita spesso una "delegata in blue jeans" e non solo perchè sono giovane e senza molta esperienza politica e perchè effettivamente ne portavo un paio. Essere un elemento nuovo è emozionante e terrorizzante allo stesso tempo, e nonostante tutto l'entusiasmo ci sono dei momenti in cui ci si sente un po' soli, fuori posto, in blue jeans in mezzo ad una platea di giacche e cravatte. Questa volta però non è andata così, non ero sola, perchè di delegati in blue jeans ce n'erano molti: gente come me animata dalla speranza di cambiamento, che crede in questo progetto e si fida (per citare il nostro -forse-nuovo inno), giovani con i jeans davvero e meno giovani con la giacca e la cravatta, persone che avevano fatto centinaia di kilometri per esserci, tutti con la stessa determinazione, lo stesso desiderio di cambiare le cose.
Delle perplessità della prima ora ha già detto Raffaele, sono d'accordo con quello che ha scritto e gli articoli sui giornali locali confermano come la delegazione veneta in massa sia rimasta decisamente delusa del primo esperimento democratico del nuovo partito. Se alla prima ora si addicono i commenti a caldo, il giorno successivo però non può che essere dedicato alla riflessione e così mi sono chiesta se quanto accaduto sarebbe stato ricordato come lo scontro tra i delegati in blue jeans e quelli in giacca e cravatta, se fosse giusto vederlo come uno scontro tra nuovi e vecchi, tra ragione del cuore e ragione di stato.
Oggi Prodi ha detto che il cammino del pellegrino è lungo, e ha ragione, di strada da fare per rendere davvero democratico questo partito ce n'è ancora tanta, a partire dal modo in cui vengono vissuti i dissapori. Una voce contraria non è necessariamente di rottura purchè sia animata dal desiderio di compromesso e non di polemica, e i malcontenti di ieri non erano certo polemica. Sono felice e onorata della mia carica di costituente, ma non smetterò di chiedere di più per i giovani e per tutti coloro che hanno voglia di imparare e pretendono lo spazio per farlo. Senza polemica, ma con forza e passione per questo grande nuovo progetto, che merita comprensione nelle sue incertezze proprio perchè grande e rigore nei metodi proprio perchè nuovo.

3 commenti:

Raffaele Bertoldo ha detto...

Hai ragione. E siccome mi pare che tra i delegati in blue jeans ce ne fossero molti che in passato, anche loro malgrado, hanno portato la cravatta,credo che dal confronto, anche aspro, potrà davvero crescere qualcosa di grande e nuovo.

cuman ha detto...

io malgrado la veneranda età la cravatta non lo quasi mai portata, e tanto meno la porto ora, mi piace che malgrado tutto, tu Caterina sembri conservare molto entusiasmo, perchè ne servirà molto, almeno da quanto ho letto, tra giornali e rete, se volgiamo andare dalla parte che riteniamo giusta bisognerà fare un doppio lavoro.
quindi vediamo di correggere qui per quanto possibile quello che è stato deciso a Milano.

Anonimo ha detto...

la tua descrizione mi ricorda la prima volta che partecipai a roma al direttivo nazionale del movimento per l'Ulivo, avevo 38 anni ma ne dimostravo 25 e sentivo solo quelli..
non so se avevo i jeans ma sicuramente respiravo le tue stesse emozioni anche se, a dir la verità, c'era davvero nell'aria una nota di euforia per il cambiamento, facce vecchie e nuove ma tutte onestamente indirizzate a diventare ulivo.
c'era anche veltroni, allora vice presidente del consiglio, e, in simbiosi con prodi, martellava l'allora pds, perchè accettasse di fondersi nell'ulvo.
nella mia traboccante ingenuità gli chiesi se era conscio che l'avrebbero buttato fuori dal partito: mi guardò male e non mi rispose.
Ora ha vinto Lui ma non so se abbiamo vinto tutti noi..
vai avanti così Cat che sei forte
marghe