lunedì 17 dicembre 2007

La lungimiranza delle donne

Sabato mattina ho partecipato ad un incontro con le donne della Provincia interessate al partito democratico: c'erano elette, candidate e sostenitrici, delle età più varie (anagrafiche e politiche). L'incontro è stato organizzato in modo efficace, il dibattito è stato molto partecipato e come sempre rispettoso dei nuovi tempi della politica, che considerano cortesia e rispetto e non pochezza di pensiero il limitare la durata del proprio intervento. Non si è parlato solo di tematiche femminili, ma soprattutto della necessità di ricontestualizzare le problematiche di genere in quello che realmente sono: problemi della società tutta. La rimozione delle barriere all'ingresso del mondo della politica è la condizione imprescindibile per poter essere davvero pari, la tutela della rappresentanza, o meglio la tutela del diritto a partecipare non sono da considerare proposte protezioniste, ma condizioni necessarie per modificare il modo di vedere la politica e la società. Accanto alle problematiche che insistono sui dirittti della donna, del suo corpo e della declinazione del suo ruolo nella società abbiamo e avremo tanto da dire, ma ciò che è stato ribadito durante l'incontro da molte di noi è che non si può ascrivere alla mobilitazione politica femminile un mero ruolo di tutela di istanze che alcuni chiamerebbero femministe. Le competenze delle donne, che come ha ricordato Paola Juris a partire da quest'anno hanno superato gli uomini in magistratura, sono le più diverse ed è più che lecito pretendere di poter concorrere a ruoli prestigiosi di amministrazione e governo della società.
A quando una donna ministro delle Finanze?
Forse abbiamo bisogno di esempi, di vedere donne al potere per poterci credere.
Forse abbiamo già abbastanza speranza e lucidità nel vedere i limiti del mondo della politica per poter fin da ora lavorare per realizzare la vera parità di genere. Perchè le donne vogliono e possono competere sul piano delle competenze con gli uomini, ma per giocare una partita bisogna poter entrare in campo!
In questi giorni si è consumata l'ultima fase della declinazione della squadra leggera del coordinatore Scaramuzza, che dopo infiniti ripensamenti e precisazioni ha voluto composta di 5 membri, al di là delle competenze che aveva individuato durante la sua relazione e in seguito, al di là dei territori..al di là di tutto se non l'equa rappresentanza di genere e l'appartenenza. Alle 5 liste è spettato di decidere con metodi diversi chi potesse al meglio rappresentarle... se ne parlava con tutti, tra tutti e sempre.
Ma non sabato mattina, quando le donne -che erano davvero di tutte le liste- la parola "lista" non l'hanno nemmeno pronunciata. Abbiamo discusso di temi e proposte concrete, come quella di lavorare affinchè dopo un coordinatore provinciale uomo anche delle donne possano avere la possibilità di concorrere al ruolo di coordinatori comunali.
Si è cominciato a lasciare da parte il passato e guardato avanti.
Diciamolo forte e diciamolo ora: basta con queste liste! mentre ci strappiamo i capelli, confusi tra il desiderio di democraticità e l'amore per il potere, in alto ancora una volta si decide per esempio che alle primarie future potranno partecipare tutti coloro che si iscrivono alle liste elettorali del PD come sostenitori. NON al partito, alle liste elettorali, come le primarie americane.
Si decide che si può portare in Commissione Affari Costituzionali una proposta di riforma della legge elettorale che non si sa chi ha discusso, perchè ci dicono che il proporzionale adesso è l'unica via... si confonde lodevole spirito di iniziativa con un qualcosa che è più simile al dirigismo...
Sono solo bozze per ora, ma avete visto in quanto poco tempo la giovanile è diventata articolo dello statuto ora dotata persino di organismi provvisori?
Bisogna non lasciar passare le buone occasioni per dire la propria, e farlo insieme, perchè la democrazia la può tutelare solo il popolo e non un singolo illuminato!

Non è solo spartendo con equità i ruoli che ci garantiremo un governo sereno. Anzi.


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