mercoledì 7 maggio 2008

Io non capisco

Ma se i redditi dei cittadini erano già consultabili presso i comuni, senza autorizzazione del garante per la privacy, perchè ora l'agenzia delle entrate deve essere sanzionata per averli messi online senza aver chiesto prima il consenso del garante? E' una questione di mera forma o c'è di più? Vorrei capire qual'è il problema in una lista di nomi, reddito dichiarato e tasse pagate consultabilie facilmente? E' un esempio di trasparenza...
Chi me lo spiega?
Ho sentito oggi su Radio2, ma non lo vedo ancora sui giornali online, che in base ad un'indagine sui redditi dichiarati svolta dall'Agenzia delle Entrata le categorie con i redditi più bassi sarebbero categorie come gelatai, baristi, ristoratori... ora cercherò dettagli più accurati su questa notizia, che di certo fa riflettere...

1 commento:

Unknown ha detto...

AGENZIE
Le agenzie erano state create per razionalizzare l'utilizzo di risorse umane e materiali dei ministeri: questo episodio sembra un ulteriore segnale di come la pubblica amministrazione tenda ad espandersi con prepotenza. In molti casi ho l'impressione che siano queste mega organizzazioni a condizionare i politici lasciandoli col cerino in mano quando poi ci sono i problemi. Sono in lieve disaccordo con te sul concetto di trasparenza: attiene al COME si fa, non strettamente a COSA si fa. Il problema è sempre quello: in Italia la PA deve LAVORARE e non fare altre cose.

MEDIA
i media si sono divisi tra quelli che si sono associati ad un battage di disinformazione, probabilmente ossequioso verso il nuovo corso politico e quelli che hanno morbosamente pubblicato i dati di alcuni contribuenti, discriminando. Il fatto che il dato retributivo non sia, tecnicamente, un dato sensibile non è stato quasi mai evidenziato.

AUTHORITIES
una nuova caduta del garante della privacy: propriamente un'authority dovrebbe dare degli indirizzi più che agire con sanzioni o sermoni “ex post”.
In altre parole il vero ruolo del garante è dire COME chi è in possesso dei miei e dei tuoi dati li deve trattare: se li possa pubblicare o meno è questione più complessa, per cui ha un potere non normativo, ma interpretativo. Recentemente abbiamo visto che il garante ha perso quasi completamente la propria autorevolezza intervenendo spesso in casi già con rilievo mediatico (vedi anche il caso Pavarotti) ed oscillando fra la “norma” e la “sentenza”, campi, entrambi che strettamente non gli competono.

STATO
Secondo me è meschino e poco autorevole uno stato che pensa di dover ricorrere alla pubblicità con fini “moralistici”, è ridicolo uno stato in cui la PA fa le politiche invece di lavorare come dovrebbe, ed è altrettanto assurdo uno stato che, fatta una cosa, cerca di disfarla (quando è obbiettivamente impossibile “dis-fare” un'informazione).

In conclusione: nessuno degli attori coinvolti ha fatto secondo me decentemente il proprio dovere.

Ciao