lunedì 21 luglio 2008

Robin e io

Vi ricordate della prima volta che avete visto le avventure a cartoni della volpe Robin Hood? mi ricordo la canzoncina che canta il gallo menestrello come se l'avessi sentita ieri! Ah che tempi di poche preoccupazioni, in cui vedere una volpe che tira con l'arco e va in giro vestita non ci suscitava alcuna obiezione! Chissà se anche Giulito Tremonti ha guardato e apprezzato questo ottimo film Disney! Certo è che il grido "prendere ai ricchi per dare ai poveri" gli è entrato nel cuore e dopo la detassazione degli straordinari e l'abolizione dell'ICI, che difficilmente avrebbero potuto avere un nome attinente ad un qualche cartone Disneyano o meno con conseguente ridotto appeal, ha pensato di fare una tassa chiamata Robin Hood! Anzi, Robin tax che è in inglese e testimonia internazionalizzazione (anche se è una tassa nazionale, ma perchè perdere quest'occasione? magari altri prenderanno esempio da noi?!?)

Vi chiederete, chi sono io per criticare questa ardita scelta nominativa, in fondo è un po' come quando un tuo amico dà un nome ridicolo al suo pargolo, che ci puoi fare? Sorridi e speri che tutto vada per il meglio, nome a parte. Per questo con tutta la fiducia di cui sono capace mi sono messa a leggere il più possibile di questa Robin Hood tax e ho capito alcune (poche) cose che vorrei condividere:
  1. la Robin tax è costituita da un'addizionale Ires variabile per settore (nel caso di petrolio, energia e gas è pari al 5,5 per cento e riguarda le società di capitali che abbiano conseguito nel periodo di imposta precedente ricavi superiori a 25 milioni; con l'addizionale del 5,5 per cento l'aliquota complessiva torna dunque alla misura del 33 per cento. Si tratta in pratica dell'aliquota Ires in vigore fino al 2007, prima della riduzione disposta dalla Finanziaria 2008 del governo precedente.
  2. la ratio alla base della tassa è che una misura equa (colpisce i pochi, super ricchi petrolieri per dare ai meno abbienti) ed efficiente (riduce gli extra profitti che stanno facendo le compagnie in questa fase di forte aumento dei prezzi dei carburanti) per reperire risorse;
  3. ma la misura non è poi così equa-> infatti il “Fondo di solidarietà per i ceti meno abbienti”, che dovrebbe finanziare una carta acquisti per alleggerire l’onere di acquisto dei beni alimentari e il costo delle bollette per i cittadini che versino in stato di bisogno è alimentato per il solo 2008 e per soli 200 milioni di euro, meno del 10 per cento del gettito atteso dalla Robin tax in quell’anno. Se anche fosse vero che si preleva ai ricchi, è certo che non si ridistribuisce a i poveri. (Fonte Lavoce.info)
  4. non è nemmeno granchè efficiente -> non tassa gli extra-profitti, ma gli utili conseguiti nell'anno precedente e quindi potrebbe effetti negativi sugli investimenti interni e dall'estero
Forse però, a parte la Robin tax c'è qualcosa da salvare nelle mosse ardite del nostro Ministro dell'Economia? Per chi ha tempo suggerisco la lettura di questo articolo tratto da Lavoce.info, che insieme agli articoli recenti del Sole24Ore ha "informato" colei che vi scrive. Lì come sempre si dice tutto meglio, di seguito tento una sintesi efficace.

  1. (Per noi soci COOP in particolare) Sono aumentate le tasse sulle cooperative, specialmente quelle di consumo, portando dal 70 al 45 per cento la quota di esenzione riconosciuta agli utili destinati a quelle riserve indivisibili che le connotano come enti mutualistici. Viene anche aumentata la ritenuta alla fonte sugli interessi relativi ai prestiti dei soci dal 12,5 al 20 per cento
  2. l'abolizione dell'ICI ha eliminato l'unica fonte tributaria autonoma dei comuni, che ora doranno pietire e negoziare i traferimenti centrali; inoltre si perde la funzione di controllo dell'amministrazione, poichè l'elettorato non risponde più alle variazioni dell'ICI (supponiamo che un Comune stabilisca un aumento dell'ICI ma risistemi il centro storico; oppure aumenti le tasse ma non dimostri efficienza. Ora andremo a votare senza poter rinfacciare un uso sconsiderato delle risorse locali). Inoltre è un provvedimento fortemente regressivo! (Avvantaggia molto di più i ricchi dei poveri)
  3. la detassazione degli straordinari potrebbe avere degli effetti distorsivi sul mercato del lavoro. Inoltre aumenta la complessità segmentando la tassazione dei redditi di lavoro differenziandola a seconda che provengano da lavoro ordinario o straordinario, da lavoro straordinario pubblico o privato, da lavoro supplementare relativo a contratti stipulati prima o dopo una certa data.
Il governo ha messo in atto una serie di manovre che parlano di redistribuzione ma che nei fatti sembrano non avvantaggiare affatto chi è più povero. Non solo, se si discute di come la nostra sicurezza migliorerà con 3000 militari per le strade, allo stesso tempo si tagliano le risorse per le forze di polizia. A provvedimenti strutturali si sembrano preferire misure più di facciata.

2 commenti:

Unknown ha detto...

E' un post coraggioso, che parla di economia, uno dei punti deboli del PD.
Cosa pensiamo noi del mercato?
Se finalmente rinunciassimo a santificarlo o demonizzarlo considerandolo un luogo dove avvengono libere scelte individuali allora dovremmo:
1. giudicare negativamente la Ridicola Robin Tax, che pretende di sortire effetti economici distorcendo fra settori industriali e mercato dei capitali invece che aumentare la concorrenza al loro interno;
2. giudicare negativamente la detassazione degli straordinari perché distorce e complica inutilmente il mercato del lavoro, favorendo l'italica disorganizzazione;
3. giudicare ciò che avviene con Alitalia per quello che è: un nonsenso economico;
4. giudicare positivamente i provvedimenti che mettano le coop sullo stesso piano degli altri players di settore, al di là dei nostri interessi di bottega.

Gli interventi sull'ICI, inclusi i pasticci promossi dal governo di centrosinistra (ricordate i Rutelliani?) sono andati tutti nella direzione di complicare l'imposta e ridurre la base imponibile, mentre un'imposta, per funzionare dev'essere quanto più SEMPLICE e GENERALE.

Entrambi i governi si sono accaniti a fare tutto il contrario di quello che dicono i libri di scuola, l'unica eccezione mi è parsa quella di Pierluigi Bersani, di cui tristemente rimane l'ombra.

Caterina Cruciani ha detto...

D'accordo su tutto, tranne su un punto: a quanto ne so, le Cooperative sono obbligate a reinvestire gli utili nella loro totalità, mentre per gli altri players (società che si occupano di grande distribuzione) ciò non è vero. Quindi il regime fiscale differente tiene conto di questa limitazione (gli altri possono distribuire utili se vogliono, le coop no, quindi almeno non pagano totalmente le tasse su questi, visto che reivestirli in toto non è una libera scelta economica).

Sono d'accordo soprattutto sul fatto che sull'economia il PD abbia sempre dimostrato di non avere le idee chiare...adesso aspetto settembre per vedere la bozza di federalismo fiscale del PD... ma sono francamente preoccupata!

La bottom line è sempre la stessa: il PD non ha una vera idea di Italia con la quale potrebbe spiegare come è considerato il mercato (nè bengodi, nè mostro, quindi luogo in cui le libere scelte avvengono in un contesto normativo flessibile ma regolamentato adeguatamente), perchè alcune distorsioni di mercato sono peggio di altre, e perchè -come scrivo da sempre- non aver lasciato fallire l'Alitalia non è un gesto patriottico ma un salasso per l'economia che non ha ragioni a livello di benessere economico...