lunedì 28 gennaio 2008

Con il segretario

Dopo la caduta del governo e l'apertura delle consultazioni con i partiti, oltre alle infinite speculazioni su cosa ci aspetta oltre la crisi, ci eravamo preparati a sentire i primi assaggi di campagna elettorale e non siamo stati delusi. Ma se Berlusconi inneggia alle masse che sarebbero pronte a riversarsi su Roma, qualora fosse negata loro la possibilità di andare subito alla urne, le più grandi sorprese vengono da Veltroni. Abbandonato il "maanchismo", la ricerca di dialogo con tutti e sempre e il bisogno mediatico di mettere tutti d'accordo, il nostro segretario ha deciso di giocare adesso i suoi assi, di mettere il suo e il nostro PD di fronte ad una vera sfida politica in nome di quel rinnovamento profondo e radicale, che a sprazzi era sembrato dimenticato. Veltroni con il PD fanno appello al senso di responsabilità degli altri partiti per cercare di chiedere ed ottenere un governo istituzionale, che possa fare la legge elettorale e portarci al voto tra un anno. E se non sarà così Veltroni ha già scelto quale sarà la strategia: "il PD correrà da solo", "...sono sicuro che gli italiani non vogliono ritrovarsi al governo del Paese, di qui a pochi mesi, un'altra coalizione di diciotto partiti, che può solo litigare senza decidere niente."
Quella che oggi su Repubblica Giannini chiama la svolta maggioritari del PD è davanti ai nostri occhi. Rifiutare le alleanze preventive con la sinistra radicale, rinunciare ad improbabili alleanze con i centristi della destra e correre da soli potrebbe ritorcersi conto, ma forse è l'unica cosa davvero giusta da fare, per voltare pagina e cominciare a scrivere una nuova pagina della storia politica italiana.

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