venerdì 15 febbraio 2008

Difesa giustificata o paranoia?

Due giovani uomini molto intelligenti che conosco, invitati a partecipare al presidio organizzato per stasera alle 18 in Piazza Ferretto mi hanno risposto che l'attenzione sulla difesa della 194 è eccessiva e in parte immotivata. Nessuno la mette in discussione ed è di altro che si dovrebbe parlare, prevenzione delle gravidanze indesiderate e contraccezione, oppure addirittura dei più pressanti problemi dell'Italia. Queste rispsote mi hanno sorpreso, non solo perchè vengono da persone intelligenti e normalmente molto attente alle evoluzioni della società, ma soprattutto perchè nessuna donna mi ha fatto le stesse osservazioni. Eppure non sono circondate di fanatiche femministe, ma di giovani donne con idee anche molto diverse riguardanti l'annoso tema dell'aborto.
Personalmente ritengo che i fatti di cronaca legati all'applicazione della legge 194 (non solo Napoli, ma anche altri incresciosi episodi che Repubblica ci ricorda oggi) parlino da soli: la situazione è grave, il clima da caccia alle streghe che ha preso piede sembra inarrestabile, fomentato da osservazioni superficiali che caratterizzano come fanatismo una lecita difesa di una elgge dello stato.
Si può essere "a favore dell'aborto"? Si può "essere contro"? Quando si parla di una questione così delicata, visceralmente complessa, possiamo essere pro o contro senza appello?
Le leggi dello stato devono garantire che la complessità della società e delle sue evoluzioni non compromettano il benessere dei propri cittadini, nel limite delle libertà relative, necessarie per la convivenza degli uomini e delle donne. La legge non deve essere morale e tutelare solo cose aprioristicamente giuste; purtroppo la società non è perfetta e la legge deve anche farsi carico di chiarire gli aspetti problematici della società che regola, anche quelli più difficili e complessi e deve farlo laicamente, senza giudizio, garantendo la possibilità di una scelta. Chi difende la legge 194 come me non lo fa perchè ritiene che l'aborto sia un'alternativa valida a contraccezione o prevenzione, ma perchè ritiene che la donna non sia una scatola produttrice di feti e che abbia quindi il diritto di avere voce in capitolo nella nascita di una nuova vita, di un progetto, di un figlio e che meriti tutela e rispetto di fronte ad una scelta difficile e dolorosa.
Come donna, ma soprattutto come cittadina italiana pretendo che la legge sia applicata nella sua interezza e con rispetto: tanta pietà per il feto e nessuna per una donna lasciata sola con le doglie a partorire un feto malformato? Tanta tutela per chi non è ancora nato e disprezzo per chi richiede la pillola del giorno dopo? Da quando è così facile avere la verità in tasca?
Non possiamo chiedere che il rispetto sia obbligatorio per legge, ma possiamo chiedere che la società italiana si rifiuti di accettare questi abusi al confine della legge.

E' per difendere tutto questo che questa sera vi invito a partecipare al presidio di Piazza Ferretto a Mestre, venite in tanti e tante, uomini e donne, perchè quello che difendiamo non è una cosa da donne,è una cosa da Italiani!

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