martedì 22 aprile 2008

Il disastro Alitalia

Air France ha fatto sapere che ritira la sua offerta di acquisto di Alitalia, l'ipotesi più credibile ora è il commissariamento. L'alternativa è un'iniezione di liquidità da parte del governo uscente, che dovrebbe poi essere sostenuta dal nuovo governo, ma sembra meno probabile. Non sono certo un'esperta di mercato, o una politica di professione, ma due cose mi vengono in mente. La prima è certamente che questo esito era del tutto prevedibile dopo l'annuncio, poi stemperato, della cordata italiana, che per quanto ne so, semplicemente non esiste. Il secondo punto riguarda il ruolo dei sindacati. L'intransigenza dimostrata nelle trattative rischia di far perdere il lavoro a 7000 persone in caso di commissariamento, oppure di costringerci a finanziare con le tasse di tutti gli italiani altri anni di gestione dissennata, di cui i lavoratori non posso essere certo incolpati, ma che inevitabilmente subiscono. Ancora una volta resto allibita: il mercato ha le sue regole, non essere d'accordo non significa potercisi sottrarre! Ieri sera alla presentazione del libro di Tito Boeri, egli stesso ha detto che i sindacati non sono in grado di gestire la nuova complessità del lavoro cosiddetto precario, ma fallire anche nel caso di Alitalia è un disastro clamoroso, con il concorso di colpa della leggerezza da campagna elettorale del capo del nuovo governo.

Si era parlato di metaforica caduta di teste? Lasciamo le teste dove sono, ma usiamole per fare una seria autocritica... il PD perde tra gli operai, che come diceva un articolo del Corriere cercano una comunanza identitaria che nè la sinistra, nè il sindacato riescono a dare più.
Per chi è molto arrabbiato consiglio la lattura di questo editoriale di Repubblica, che dice meglio molte delle cose che ho scritto.

Oggi ricorre anche la giornata della Terra, quindi chiudo con un "buona giornata della Terra", cerchiamo almeno di fare qualcosa di buono per lei oggi...

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