Relazione all’assemblea dei delegati “costituenti” del 24 novembre 2007 per l’elezione del coordinatore provinciale del PD
Credevamo che le stelle fossero a portata di mano. Così un testimone descrive le aspirazioni delle genti del ravennate subito dopo la fine della secondo conflitto mondiale, tradendo un sentimento forse di ingenuità, senz’altro di sincero entusiasmo nei confronti dell’immane compito di edificazione materiale e morale della Repubblica. Anch’io voglio credere che tutte e tutti coloro che il 14 ottobre hanno dato vita alla straordinaria esperienza delle primarie celassero nel loro cuore e nella loro mente un sentimento non dissimile, nel pensare al ruolo che il Partito Democratico dovrebbe assumere: quello cioè di avvicinare i corpi civili e sociali di questo nostro paese a quel cielo della politica cui sono stati divisi, nel tempo, dalla coltre della distanza, del disinnamoramento, della mancanza di fiducia. E allora anche da Venezia occorre ripartire, dal sentimento sincero di quelle 42.000 persone che hanno contribuito a costruire, con il “popolo delle primarie” una domanda nuova, cui il Partito democratico deve ora corrispondere. Voi che sedete in questa sala, ma tutti coloro che il 14 ottobre hanno dato la loro disponibilità a candidarsi nelle diverse liste, rappresentano al meglio la domanda nuova delle nostre città, la domanda di “buona politica” cui siamo chiamati a rispondere. E, quindi, è necessario avviare con l’assemblea di oggi la costruzione del Partito Democratico nella nostra provincia, nelle mille comunità che la animano e la compongono, nei territori che la costituiscono. Permettetemi, prima di inoltrarmi, di esprimere il mio saluto e ringraziamento a Rodolfo Viola e Michele Mognato, segretari della Margherita e dei DS, per avere creduto con convinzione in questo progetto e avere impresso con forza nella nostra Provincia il processo che ci ha condotto al 14 ottobre. Permettetemi subito di ringraziare tutti coloro che, dentro e fuori
La costruzione del Partito Democratico a Venezia. Senz’altro ci attende un compito difficile, non privo di asperità, ma che sarà foriero, se lo sapremo condurre insieme, della soddisfazione più grande: quella di consegnare alle nostre popolazioni un progetto politico nuovo, all’altezza di quella complessa contemporaneità che sta cambiando radicalmente anche la nostra provincia, e che esige sempre più un governo politico dei processi di cambiamento e mutazione in grado di esaltare le positività e lenire i punti di caduta. Noi dovremo quindi, nelle prossime settimane, iniziare il radicamento del Partito Democratico nelle nostre città, anche in coerenza con quanto affermato da Walter Veltroni, con l’obiettivo di costituire entro gennaio i circoli di base per tornare a stare dove la gente vive, lavora, studia. Questo percorso dovrà essere realizzato con lo stesso spirito con cui si sono realizzate le primarie, confermando il carattere aperto della fase costituente, accogliendo cioè il contributo di tutti coloro che vogliono essere coinvolti, valorizzando al meglio le esperienze, esaltando la partecipazione dei giovani, delle donne, di quanti anche nei nostri quartieri sono stati fin qui sulla soglia dell’impegno politico e vogliono ora tradurlo in pratica compiuta. Credo che ovunque esista un gruppo di donne e uomini in grado di impegnarsi, là dovrà essere costituito un circolo, e questo dovrà valere per le città, i borghi, i quartieri, ma anche per i luoghi di lavoro, nella convinzione che una delle eccellenze che
Costruire con rapidità il nuovo partito rappresenta la migliore possibilità per prepararsi con responsabilità alla scadenza di primavera, per condurre il PD con sicurezza e rigore al confronto elettorale, per candidarlo a invertire la tendenza sfavorevole al centrosinistra che ha contraddistinto le ultime consultazioni.
I temi del territorio. La nostra provincia è un territorio straordinariamente complesso, che la geografia ha collocato al centro di uno dei maggiori corridoi transnazionali, cui la storia ha consegnato un patrimonio di eccellenza con pochi uguali.
Per questo, la consapevolezza del nostro ruolo nella costruzione del PD non deve esimerci dal porre, fin dalle prossime settimane, una serie di riflessioni su alcuni temi e ambiti essenziali, al fine di garantire alla nostra provincia il ruolo di leader all’interno del contesto regionale. Di questi temi, alcuni ci sono consegnati dall’attualità, altri li individueremo insieme, anche al fine di contribuire al rilancio nel governo delle città che ci vedono impegnati. Tra essi, credo importante indicare quelli che rivestono per me una particolare importanza:
1.
2. la riconversione industriale di Porto Marghera, verso le cui lavoratrici e i cui lavoratori, impegnati in queste settimane in una durissima vertenza, non può che andare la nostra convinta solidarietà, ma soprattutto la nostra determinazione a cercare soluzioni condivise e concertate. Va richiesta con forza l’applicazione degli accordi già sottoscritti, in particolare l’Accordo con
3. La sostenibilità della risorsa turismo nella città e in provincia, nella convinzione che si sia esaurita la possibilità dello sfruttamento massivo e quantitativo della città storica di Venezia, e che occorra porre in essere nuove dinamiche in grado di esaltare anche i territori del veneto orientale piuttosto che della riviera del Brenta e costruire un patto per l’investimento sostenibile del turismo insieme alle categorie e ai soggetti imprenditoriali che su Venezia operano. A questo non può non legarsi anche una riflessione sul sistema dell’offerta culturale che la nostra provincia è in grado di sviluppare ed enfatizzare;
4. Le polarità della nostra provincia, dalla venezia orientale al clodiense (chioggiotto???), dalla riviera del Brenta al miranese e la necessità di creare le condizioni di governo virtuoso per i nostri territori, che rappresentano la linea di cerniera tra la “grande città diffusa” padana e veneta e le aree orientali del paese;
5. Il sistema infrastrutturale e della mobilità di area vasta della provincia, dal porto all’aeroporto, dai corridoi passanti autostradali a quelli ferroviari, con l’obiettivo di dare risposta alla domanda di efficienza che viene fatta da tanta parte del mondo imprenditoriale dei territori;
Del vecchio e del nuovo. Con oggi comincia anche nella provincia di Venezia il cammino del Partito Democratico: sarà un percorso lungo, non privo di ostacoli, ma sarà, se lo sapremo condurre insieme e con coerenza, un’esperienza entusiasmante e, ne sono convinto, in grado di produrre nuovi orizzonti per le società e le comunità cui tutti noi apparteniamo, e che si sono decise, con le primarie del 14 ottobre, a dare fiducia a questo progetto.
Per questo, anche tra di noi dovrà valere il criterio del merito, della competenza, del personale desiderio di farsi coinvolgere, prima e su ogni altra appartenenza. Non voglio che prevalga la tentazione della distinzione preventiva, la malia dell’articolazione in correnti che ha contraddistinto, nel passato, una parte anche dei partiti politici che danno vita al PD. Uno scrittore tedesco ha scritto che, nel momento in cui tutti i territori sono stati occupati da opposti contendenti, nel momento in cui non rimane direzione da imprimere, l’unica mossa vincente è quella di colui che, ritirandosi, lascia al suo posto non la desolazione della conquista, ma lo spazio nuovo da ricostruire. Questo è quello che chiedo a tutti: di lasciare spazio e orizzonte ai molti che sono qui, che sono cresciuti dentro alla Margherita e ai DS, che sono cresciuti nella società civile, che per la prima volta vogliono essere parte attiva nel processo politico di questo paese e di questa provincia. Fate sì che possiamo misurarci con questa sfida!! Fate sì che possiamo sbagliare e crescere, fate sì che possiamo maturare e mettere a frutto l’originalità e l’innovazione del Partito Democratico. Cominciamo quindi, a partire da noi stessi per poi contagiare i diversi agoni della politica e della società, a fare esperienza di quella laicità che, come dice Claudio Magris, significa dubbio rivolto pure alle proprie certezze, autoironia, demistificazione di tutti gli idoli, anche dei propri; capacità di credere fortemente in alcuni valori, sapendo che ne esistono altri (…), significa quindi impegnarsi politicamente conservando l’indipendenza critica, ridere e soridere di ciò che (si) ama continuando ad amarlo. Se sapremo tutti insieme, a partire da oggi, pensare il PD in questo modo, se sapremo condurci con queste coerenze, allora anche noi, forse, potremo credere che le stelle sono a portata di mano.
Gabriele Scaramuzza, Mestre Centro Culturale Candiani, 24 novembre dell'anno 2007
1 commento:
nulla da dire sul discorso, confesso che nel finale mi ha quasi emozionato, ma ora non deve restare come detto da Pompeo solo un buona costruzione letteraria, e per non esserlo, deve per prima cosa prendere una chiara posizione sul documento sul radicamento territoriale (finalmente ho trovato qualcuno che scrive peggio di me) già la sua nomina è frutto di trattative e non di un confronto aperto davanti all'asseblea, un presa di distanza dal documento, che contiene a mio avviso indicazioni devastati, i circoli costituiti con questa fretta non potrebbero essere che la sommatoria dei corrispondenti circoli di DS e Margherita, e l'idicazione di un possibile percorso diverso , sarebbe a mio avviso una cosa auspicabile, in caso contrario bisognerà trovare capacità e intelligenza di reazione a questo ennesimo tentativo di portare la costituzione del partito su binari che non sono nostri
Posta un commento