lunedì 26 novembre 2007

Il discorso del coordinatore

Eccovi in versione integrale il discorso di Gabriele Scaramuzza al coordinamento provinciale di sabato 24 novembre 2007. Grazie ancora per avermelo spedito Gabriele!

Relazione all’assemblea dei delegati “costituenti” del 24 novembre 2007 per l’elezione del coordinatore provinciale del PD

Credevamo che le stelle fossero a portata di mano. Così un testimone descrive le aspirazioni delle genti del ravennate subito dopo la fine della secondo conflitto mondiale, tradendo un sentimento forse di ingenuità, senz’altro di sincero entusiasmo nei confronti dell’immane compito di edificazione materiale e morale della Repubblica. Anch’io voglio credere che tutte e tutti coloro che il 14 ottobre hanno dato vita alla straordinaria esperienza delle primarie celassero nel loro cuore e nella loro mente un sentimento non dissimile, nel pensare al ruolo che il Partito Democratico dovrebbe assumere: quello cioè di avvicinare i corpi civili e sociali di questo nostro paese a quel cielo della politica cui sono stati divisi, nel tempo, dalla coltre della distanza, del disinnamoramento, della mancanza di fiducia. E allora anche da Venezia occorre ripartire, dal sentimento sincero di quelle 42.000 persone che hanno contribuito a costruire, con il “popolo delle primarie” una domanda nuova, cui il Partito democratico deve ora corrispondere. Voi che sedete in questa sala, ma tutti coloro che il 14 ottobre hanno dato la loro disponibilità a candidarsi nelle diverse liste, rappresentano al meglio la domanda nuova delle nostre città, la domanda di “buona politica” cui siamo chiamati a rispondere. E, quindi, è necessario avviare con l’assemblea di oggi la costruzione del Partito Democratico nella nostra provincia, nelle mille comunità che la animano e la compongono, nei territori che la costituiscono. Permettetemi, prima di inoltrarmi, di esprimere il mio saluto e ringraziamento a Rodolfo Viola e Michele Mognato, segretari della Margherita e dei DS, per avere creduto con convinzione in questo progetto e avere impresso con forza nella nostra Provincia il processo che ci ha condotto al 14 ottobre. Permettetemi subito di ringraziare tutti coloro che, dentro e fuori la Margherita e i DS hanno reso davvero possibili le primarie, organizzando le iniziative, la campagna elettorale, i seggi, dando prova con la gratuità del loro impegno della forza popolare che il PD eredita e non potrà che valorizzare ulteriormente.

La costruzione del Partito Democratico a Venezia. Senz’altro ci attende un compito difficile, non privo di asperità, ma che sarà foriero, se lo sapremo condurre insieme, della soddisfazione più grande: quella di consegnare alle nostre popolazioni un progetto politico nuovo, all’altezza di quella complessa contemporaneità che sta cambiando radicalmente anche la nostra provincia, e che esige sempre più un governo politico dei processi di cambiamento e mutazione in grado di esaltare le positività e lenire i punti di caduta. Noi dovremo quindi, nelle prossime settimane, iniziare il radicamento del Partito Democratico nelle nostre città, anche in coerenza con quanto affermato da Walter Veltroni, con l’obiettivo di costituire entro gennaio i circoli di base per tornare a stare dove la gente vive, lavora, studia. Questo percorso dovrà essere realizzato con lo stesso spirito con cui si sono realizzate le primarie, confermando il carattere aperto della fase costituente, accogliendo cioè il contributo di tutti coloro che vogliono essere coinvolti, valorizzando al meglio le esperienze, esaltando la partecipazione dei giovani, delle donne, di quanti anche nei nostri quartieri sono stati fin qui sulla soglia dell’impegno politico e vogliono ora tradurlo in pratica compiuta. Credo che ovunque esista un gruppo di donne e uomini in grado di impegnarsi, là dovrà essere costituito un circolo, e questo dovrà valere per le città, i borghi, i quartieri, ma anche per i luoghi di lavoro, nella convinzione che una delle eccellenze che la Margherita e i DS ci consegnano è il valore straordinario del legame con i territori, che noi dovremo ulteriormente ampliare. Per fare del PD un partito vero noi dovremo costruire insieme una forma che preveda tre grandi risorse, come ha detto il segretario regionale Paolo Giarretta: il popolo delle primarie, i militanti, gli amministratori. Radicare il PD nella nostra provincia deve quindi significare innanzitutto la possibilità di interloquire direttamente proprio con quel popolo diffuso di saperi, competenze, valori che è meno disponibile alle forme tradizionali di militanza, ma non vuole sottrarsi a potere apportare il proprio contributo. A costoro dovremo offrire luoghi e spazi anche innovativi per tessere di continuo un legame duraturo, attraverso le primarie, la partecipazione al dibattito pubblico, l’uso della rete. Epperò, non potremo non costruire il PD come un partito di militanti, di donne e uomini in grado spendersi nell’orizzonte della politica quotidiana, di farsi interpreti, voce, espressione dei mille bisogni delle città. Questa è davvero la nostra forza, la forza di persone che in gratuità hanno offerto il loro tempo e le loro capacità ai partiti della Margherita e dei DS, e che li offriranno adesso al PD. E’ grazie a loro che in questi anni siamo stati nelle piazze, nelle sale, nei luoghi di lavoro; è grazie al loro lavoro e sacrificio che le primarie sono state davvero un successo ed è anche a loro che dobbiamo tornare per rendere forte il PD. Anche le nostre amministratrici e i nostri amministratori, che danno ogni giorno prova della capacità di governo nei Comuni piccoli e grandi, nell’Amministrazione provinciale, rappresentano una risorsa importante e essenziale, un patrimonio di capacità che dovrà essere messo a servizio di tutti, attraverso anche l’organizzazione con loro di un momento dedicato ai temi dell’Amministrazione del territorio e delle buone pratiche per il governo condiviso. Saranno quindi le prossime settimane un periodo intenso di lavoro, per organizzare le nuove primarie di gennaio, aperte a tutti i cittadini, per la scelta dei coordinatori dei nuovi circoli, vera e propria spina dorsale dell’organizzazione del PD nella nostra provincia. Dobbiamo e dovrò quindi condurre questa fase garantendo unità e collegialità, mantenendo vivo il rapporto con tutta la società, dando attenzione anche a quelli che nei diversi e differenti mondi dell’economia, della cultura, delle reti di solidarietà guardano con attenzione a noi, tentando di offrire loro un sicuro orizzonte di protagonismo nel nuovo Partito. Per fare questo, è necessario che a partire da questa assemblea sorgano nuove e rinnovate disponibilità nella costruzione del nuovo partito. Lasciamo ad altri, nel centro-destra squassato dai riflessi della costituzione del PD, l’innamoramento nei confronti degli one-man-show o, con espressione giornalistica, degli “uomini soli al comando”. A noi è dato il compito di costruire una coralità condivisa in grado di non disperdere nessuna delle energie che si sono messe in movimento il 14 ottobre. E’ quindi mia intenzione, immediatamente dopo questa giornata, di dare vita ad un organo esecutivo all’interno dell’assemblea, in grado di cominciare a tessere il rapporto con i territori e sviluppare i primi passi della comune riflessione. Un gruppo che immagino snello, composto secondo i criteri della competenza, della diarchia di genere donna-uomo, della capacità di rappresentare i territori della nostra provincia e le sensibilità di questa assemblea. Un gruppo che mai dovrà eleggersi a segreteria ristretta, ma servire piuttosto da incubatore delle potenzialità che questa assemblea saprà proporre, di contributi che vorremo e potremo dare al lavoro costituente nazionale e regionale. Insieme a questo esecutivo, vorrei dare vita – e ne decideremo insieme forme e modalità – ad almeno due gruppi di lavoro, dedicati rispettivamente alle economie dei territori e ai giovani, il primo in grado di accompagnare una prima riflessione del PD nel merito dei mondi dell’economia e della società della nostra provincia, anch’essa nella china che congiunge vecchi e nuovi processi industriali e innovativi, il secondo con il compito di proporre non tanto – si badi bene – un pensiero delle e dei giovani, quanto un pensiero sulle e sui giovani, sulle opportunità che questi territori offrono loro (con particolare riferimento ai temi della giovane imprenditoria e del lavoro femminile) sulle politiche di inclusione che è necessario proporre in una società che, come Crono, pare oggi divorare i suoi figli nelle nebbie della precarietà. Insieme a questi livelli vorrei dare avvio alla costituzione, sull’esempio dell’assemblea regionale, di forum tematici liberi e snelli, aperti ai membri delle costituenti ma anche a tutti coloro che vogliano portare il proprio contributo, impiegando a questo fine i mezzi che la rete e le piattaforme digitali ci mettono a disposizione. Un altro tema che voglio contribuire con voi ad abbozzare fa riferimento alla formazione politica. Si tratta di un’attenzione per me capitale, nel momento in cui l’ambizione più alta del PD è quella di rinnovare e ricreare le classi dirigenti di questo paese. Ogni classe dirigente, infatti, lungi dall’improvvisarsi, è l’esito delicato di un lungo e paziente processo di autoformazione, acquisizione di saperi, costante desiderio di mettersi in gioco. Una classe dirigente, in quell’Italia che Giuseppe Dossetti volle pervasa dal principio costituzionale della diffusione dei poteri e dei corpi civili e politici non si forma preconizzando una radicale palingenesi, bensì si costituisce traendo quanto di meglio hanno saputo maturare i nostri maggiori, e affiancando loro nuove e giovani energie: questo è il compito che deve assolvere chi ambisce a concepire un progetto politico oltre le proprie sorti personali, in grado di durare attraverso le generazioni. Già nei prossimi giorni sarà inoltre essenziale cominciare a realizzare quelle minime condizioni strutturali che diano al PD della provincia gambe e braccia anche operative, in termini di sedi e supporti tecnici. Chiamerò quindi i tesorieri della Margherita e dei DS a costituire un gruppo tecnico di lavoro, per elaborare proposte per accasare, sia pure in via provvisoria, il PD, consentendo a ciascuno di noi gli spazi per esplicitare al meglio le attività cui saremo chiamati. E’ chiaro a tutte e tutti che quella che siamo chiamati a gestire è una fase transitoria, fino a quando, agli inizi del 2008, la struttura dorsale del PD sarà portata ad effetto e completata con la creazione dei circoli e l’elezione, con le primarie, dei rispettivi coordinatori e di quelli comunali. Non dobbiamo però dimenticare che nella prossima primavera si terranno elezioni amministrative importanti, per il rinnovo dei Consigli comunali e delle Giunte di molte nostre città. Si tratta di comunità importanti per popolazione ed economia, come San Dona’ di Piave, Mirano, San Michele al Tagliamento, Concordia Sagittaria. Sarà soprattutto la prima esperienza di confronto elettorale per il PD, la prima opportunità per proporre il giudizio delle popolazioni su progetti politici e amministrativi concreti, in cui misurare la reale credibilità del nuovo partito, la sua capacità di aggregare l’Unione e di raccogliere personalità e soggetti che oggi fin qui non hanno incontrato una proposta convincente.
Costruire con rapidità il nuovo partito rappresenta la migliore possibilità per prepararsi con responsabilità alla scadenza di primavera, per condurre il PD con sicurezza e rigore al confronto elettorale, per candidarlo a invertire la tendenza sfavorevole al centrosinistra che ha contraddistinto le ultime consultazioni.

I temi del territorio. La nostra provincia è un territorio straordinariamente complesso, che la geografia ha collocato al centro di uno dei maggiori corridoi transnazionali, cui la storia ha consegnato un patrimonio di eccellenza con pochi uguali.
Per questo, la consapevolezza del nostro ruolo nella costruzione del PD non deve esimerci dal porre, fin dalle prossime settimane, una serie di riflessioni su alcuni temi e ambiti essenziali, al fine di garantire alla nostra provincia il ruolo di leader all’interno del contesto regionale. Di questi temi, alcuni ci sono consegnati dall’attualità, altri li individueremo insieme, anche al fine di contribuire al rilancio nel governo delle città che ci vedono impegnati. Tra essi, credo importante indicare quelli che rivestono per me una particolare importanza:

1. la Pianificazione del territorio, intesa non tanto come atto tecnico e urbanistico, bensì come condivisione delle possibili governances di sviluppo delle città e delle aree, con particolare riferimento ai temi della sostenibilità e della crescita responsabile. L’Amministrazione Provinciale, in questo senso, ha avviato la redazione di uno strumento di assoluta importanza, quale il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) attorno al quale dovremo costruire un forte dibattito politico e tra la popolazione, ponendo il PD come soggetto attivo nel maturare la condivisione nei confronti di questo strumento;
2. la riconversione industriale di Porto Marghera
, verso le cui lavoratrici e i cui lavoratori, impegnati in queste settimane in una durissima vertenza, non può che andare la nostra convinta solidarietà, ma soprattutto la nostra determinazione a cercare soluzioni condivise e concertate. Va richiesta con forza l’applicazione degli accordi già sottoscritti, in particolare l’Accordo con la Chimica e quello del dicembre 2006 intervenuto con la chiusura del TDI, in specie facendo valere il principio del reimpiego dei lavoratori. Le condizioni di sicurezza per i lavoratori e la popolazione inoltre, possono essere garantite da precisi investimenti in grado di adeguare e aggiornare dal punto di vista tecnologico gli impianti;
3. La sostenibilità della risorsa turismo nella città e in provincia
, nella convinzione che si sia esaurita la possibilità dello sfruttamento massivo e quantitativo della città storica di Venezia, e che occorra porre in essere nuove dinamiche in grado di esaltare anche i territori del veneto orientale piuttosto che della riviera del Brenta e costruire un patto per l’investimento sostenibile del turismo insieme alle categorie e ai soggetti imprenditoriali che su Venezia operano. A questo non può non legarsi anche una riflessione sul sistema dell’offerta culturale che la nostra provincia è in grado di sviluppare ed enfatizzare;
4. Le polarità della nostra provincia
, dalla venezia orientale al clodiense (chioggiotto???), dalla riviera del Brenta al miranese e la necessità di creare le condizioni di governo virtuoso per i nostri territori, che rappresentano la linea di cerniera tra la “grande città diffusa” padana e veneta e le aree orientali del paese;
5. Il sistema infrastrutturale e della mobilità di area vasta della provincia, dal porto
all’aeroporto, dai corridoi passanti autostradali a quelli ferroviari, con l’obiettivo di dare risposta alla domanda di efficienza che viene fatta da tanta parte del mondo imprenditoriale dei territori;

Del vecchio e del nuovo. Con oggi comincia anche nella provincia di Venezia il cammino del Partito Democratico: sarà un percorso lungo, non privo di ostacoli, ma sarà, se lo sapremo condurre insieme e con coerenza, un’esperienza entusiasmante e, ne sono convinto, in grado di produrre nuovi orizzonti per le società e le comunità cui tutti noi apparteniamo, e che si sono decise, con le primarie del 14 ottobre, a dare fiducia a questo progetto.
Per questo, anche tra di noi dovrà valere il criterio del merito, della competenza, del personale desiderio di farsi coinvolgere, prima e su ogni altra appartenenza. Non voglio che prevalga la tentazione della distinzione preventiva, la malia dell’articolazione in correnti che ha contraddistinto, nel passato, una parte anche dei partiti politici che danno vita al PD. Uno scrittore tedesco ha scritto che, nel momento in cui tutti i territori sono stati occupati da opposti contendenti, nel momento in cui non rimane direzione da imprimere, l’unica mossa vincente è quella di colui che, ritirandosi, lascia al suo posto non la desolazione della conquista, ma lo spazio nuovo da ricostruire. Questo è quello che chiedo a tutti: di lasciare spazio e orizzonte ai molti che sono qui, che sono cresciuti dentro alla Margherita e ai DS, che sono cresciuti nella società civile, che per la prima volta vogliono essere parte attiva nel processo politico di questo paese e di questa provincia. Fate sì che possiamo misurarci con questa sfida!! Fate sì che possiamo sbagliare e crescere, fate sì che possiamo maturare e mettere a frutto l’originalità e l’innovazione del Partito Democratico. Cominciamo quindi, a partire da noi stessi per poi contagiare i diversi agoni della politica e della società, a fare esperienza di quella laicità che, come dice Claudio Magris, significa dubbio rivolto pure alle proprie certezze, autoironia, demistificazione di tutti gli idoli, anche dei propri; capacità di credere fortemente in alcuni valori, sapendo che ne esistono altri (…), significa quindi impegnarsi politicamente conservando l’indipendenza critica, ridere e soridere di ciò che (si) ama continuando ad amarlo. Se sapremo tutti insieme, a partire da oggi, pensare il PD in questo modo, se sapremo condurci con queste coerenze, allora anche noi, forse, potremo credere che le stelle sono a portata di mano.

Gabriele Scaramuzza, Mestre Centro Culturale Candiani, 24 novembre dell'anno 2007

1 commento:

cuman ha detto...

nulla da dire sul discorso, confesso che nel finale mi ha quasi emozionato, ma ora non deve restare come detto da Pompeo solo un buona costruzione letteraria, e per non esserlo, deve per prima cosa prendere una chiara posizione sul documento sul radicamento territoriale (finalmente ho trovato qualcuno che scrive peggio di me) già la sua nomina è frutto di trattative e non di un confronto aperto davanti all'asseblea, un presa di distanza dal documento, che contiene a mio avviso indicazioni devastati, i circoli costituiti con questa fretta non potrebbero essere che la sommatoria dei corrispondenti circoli di DS e Margherita, e l'idicazione di un possibile percorso diverso , sarebbe a mio avviso una cosa auspicabile, in caso contrario bisognerà trovare capacità e intelligenza di reazione a questo ennesimo tentativo di portare la costituzione del partito su binari che non sono nostri